Grazie all’interazione di competenze e di saperi tra IRST e Diatech, arriva un kit che permetterà una riduzione dei tempi e diagnosi più precise migliorando così la qualità di vita dei pazienti

Meldola, 16 luglio 2018 – L’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la cura dei Tumori (IRST) IRCCS di Meldola (FC), uno dei principali Centri per la Ricerca Scientifica e Tecnologica in Italia, e Diatech Pharmacogenetics, azienda leader in Italia nella ricerca e nella commercializzazione di sistemi diagnostici per test farmacogenetici, annunciano il lancio di un innovativo kit, denominato “EasyPGX® ready FL-DNA”, per l’identificazione di lesioni prenoplastiche e neoplastiche del colon retto (CRC).

Il tumore del colon retto è tra i più frequentemente diagnosticati nella popolazione italiana (14%, con 53.000 nuovi casi nel 2017 – dati AIRTUM – AIOM) e la seconda causa di morte oncologica dopo il tumore al polmone (10% tra gli uomini e 12% tra le donne con 18.671 decessi nel 2014 – dati ISTAT).

La metodica brevettata in tutto il Mondo dall’Istituto Tumori della Romagna in collaborazione con il Gruppo Diatech consente di valutare la quantità e l’integrità del DNA estratto dalle cellule di esfoliazione della mucosa del colon raccolte nel materiale fecale. L’esito del test “EasyPGX® ready FL-DNA”, in associazione alle informazioni ottenute dal test del sangue occulto fecale (FOBT), permetterà di identificare gruppi di pazienti con diverse probabilità di avere una lesione pre-neoplastica o neoplastica del colon, potendo così indirizzare i singoli casi verso ulteriori procedure diagnostiche più invasive, disagevoli e costose (colonscopia).

La ricerca del sangue occulto nelle feci (FOBT), il test utilizzato per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto nei programmi di screening – illustra Daniele Calistri, Responsabile U.O. Diagnostica molecolare avanzata e predittiva e tecnostruttura – presenta infatti una bassa specificità, dimostrata dai frequenti risultati falsamente positivi in caso di sanguinamento dovuto a ulcere, diverticolosi, malattia infiammatoria intestinale ed emorroidi. Questo determina il ricorso a successive indagini endoscopiche invasive e costose. Alcuni studi condotti dai ricercatori del nostro Istituto – continua il dr. Calistri – hanno dimostrato, invece, che la quantità dei frammenti di DNA di lunghe dimensioni nelle feci è significativamente più elevata nei pazienti con tumore del colon-retto rispetto ai pazienti con lesioni pre-cancerose e agli individui sani”.

La sopravvivenza a questo tipo di tumore è direttamente correlata con lo stadio in cui si trova al momento della diagnosi. È quindi evidente come una diagnosi precoce e non invasiva sia fondamentale nel ridurre la mortalità.  Questo test, utilizzato in associazione al FOBT, permetterebbe di rendere più precoce e puntuale la diagnosi del tumore del colon-retto riducendo il numero di esami strumentali invasivi e costosi, e talvolta non necessari. In sintesi, i risultati che si otterranno grazie all’innovativo kit sono:

  • possibilità di incrementare l’accuratezza diagnostica delle lesioni tumorali del colon, con conseguente aumento delle possibilità di cura, migliore prognosi dei pazienti e conseguente forte impatto sulla qualità di vita;
  • diminuzione di test falsamente positivi, con un minore numero di esami strumentali invasivi;
  • ottimizzazione dei costi per il Servizio Sanitario Regionale e Nazionale.

Il test sarà subito lanciato da Diatech sul mercato estero mentre per l‘Italia si cerca un partner.

Si tratta di un test biologico e non chimico particolarmente innovativo – spiega il prof. Dino Amadori, Direttore scientifico emerito IRST – basato su una specifica metodica di analisi del DNA fecale. Mentre il sangue occulto ci fornisce un’informazione puntuale su un aspetto, ovvero la perdita microscopica di sangue associata alle forme anche abbastanza precoci ma non precocissime del carcinoma del colon retto, il test da noi sviluppato e brevettato ci permette di ottenere informazioni molto più approfondite. Oltre a migliorare la diagnostica del FOBT, quindi, potremo individuare la tipologia dell’alterazione del DNA e informazioni quali-quantitative sui livelli di rischio evolutivo sia di lesioni precancerose sia della stessa storia naturale del tumore individuato. Inoltre, il test può anche essere utilizzato nel monitoraggio dei soggetti già operati per tumore del colon che, come noto, sono esposti al rischio di successive recidive loco-regionali. Queste sono le applicazioni cliniche più interessanti, le quali richiedono però che il materiale fecale sia raccolto e conservato nelle migliori condizioni. Si potrebbero anche intravedere futuri sviluppi di utilizzo del test per monitorare, ad esempio, gli effetti terapeutici di trattamenti in soggetti con persistenza del tumore primitivo, ma questo aspetto richiederà ulteriori approfondimenti.

L’interazione di competenze e di saperi tra IRST e Diatech è una pratica avviata già da tempo: “Lanciare un prodotto così innovativo, frutto di una partnership iniziata già dal 2006 – dichiara Mattia Altini, Direttore sanitario IRST – rappresenta in modo paradigmatico come il futuro del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale dipenda sempre più dalla capacità delle aziende sanitarie di selezionare partner di mercato in grado di valorizzare il know how dei propri professionisti e della ricerca svolta. E’ in questo modo che le intuizioni scientifiche possono esser messe a “valore” per tutto il sistema: siamo certi che quanto raggiungeremo con Diatech potrà “generare” risorse da reinvestire in ricerca e assistenza. È proprio questo l’obiettivo degli Uffici per il Trasferimento Tecnologico e Grant Office che lo stesso Ministero della Salute sta promuovendo e che, già da anni, fa parte della strategia di sviluppo del nostro Istituto”.

 “Oggi è un giorno importante per tutti, a partire dai pazienti che per primi potranno trarre benefici da questo test grazie a una diagnosi più veloce e più certa, e per il mondo scientifico tutto, per cui ogni passo avanti nella ricerca rappresenta un nuovo punto di partenza dal quale andare avanti – commenta Fabio Biondi, Presidente del Gruppo Diatech –. Mi riempie di orgoglio il fatto che questa innovazione sia frutto del made in Italy e rappresenti un esempio positivo delle collaborazioni, tra pubblico e privato, che funzionano.”

ISTITUTO TUMORI DELLA ROMAGNA (IRST) IRCCS
Frutto dell’alleanza tra soci pubblici e privato sociale, l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la cura dei Tumori (IRST) IRCCS è operativo dal 2007 all’interno delle strutture dell’ex Ospedale Civile di Meldola (Forlì-Cesena) ed è tra i più importanti centri in Italia – sono 12 in campo oncologico – che può fregiarsi del riconoscimento ministeriale di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – Irccs (qualifica ottenuta nell’aprile 2012 e confermata nel 2016). Soggetto del Servizio Sanitario della Regione Emilia-Romagna e nodo centrale della Rete Oncologica della Romagna, IRST promuove e realizza attività di cura, studio e ricerca, in particolare ricerca traslazionale ovvero quel tipo di ricerca che produce risultati rapidamente trasferibili dal laboratorio all’attività clinica per un diretto beneficio dei malati. Tra le attività cliniche diagnostico-terapeutiche, anche quelle che riguardano settori tra i più innovativi quali la terapia genica, i trattamenti radiometabolici, i trattamenti radianti innovativi, l’immunoterapia sperimentale e la terapia cellulare somatica. Organizzato secondo innovativi approcci che pongono il paziente al centro, IRST gestisce attività cliniche e scientifiche in quattro sedi: Meldola, Forlì, Cesena e Ravenna Radioterapia. L’Istituto è una realtà dotata di tutte le facilities necessarie per raggiungere gli obiettivi posti, tra cui una Radiofarmacia, una Risonanza Magnetica a 3 Tesla con sistema Hi-FU, una PET/TC e una Tomoterapia per i trattamenti radioterapici entrambe di ultima generazione, un Laboratorio di Bioscienze con sequenziatori genomici. Le attività di ricerca godono di relazioni e alleanze con i maggiori centri di studio al Mondo.

GRUPPO DIATECH
Nata nel 1996 a Jesi (AN), nel cuore delle Marche, il Gruppo Diatech oggi è leader in Italia nel settore della farmacogenetica e farmacogenomica, ossia delle discipline che studiano la risposta individuale ai farmaci in base al profilo genetico di ogni singolo paziente e si interessano di come le conoscenze sul genoma umano possano essere utilizzate nella scoperta e nello sviluppo di nuovi farmaci. Il Gruppo ha chiuso il 2017 con un fatturato consolidato di 15 milioni di Euro, in crescita rispetto all’anno precedente. Una squadra giovane e competente, appassionata e motivata, è al centro della crescita dell’azienda: oltre 40 persone, parimenti divisi tra uomini e donne, con un’eta? media di 30-35 anni. Di questi, un terzo è dedicato all’attività di Ricerca e Sviluppo, voce nella quale il Gruppo reinveste ogni anno circa il 12% del fatturato. Diatech Pharmacogenetics, con una quota di mercato pari al 70%, è leader assoluto in Italia nel campo della farmacogenomica e tra i primi in Europa.